Andragogia e scautismo: un approccio all’educazione degli adulti

Di Lillo Rizzo

Introduzione
Il termine andragogia venne coniato originariamente da Alexander Kapp nel 1833 in Germania. Esso venne ripreso e portato all’attenzione da Malcolm Knowles (vedi bigliografia in calce) nel 1968.
Il termine si riferisce alla scienza e alla pratica dell’insegnamento rivolto agli adulti, concettualizzando un approccio all’apprendimento che differisce significativamente dalla pedagogia, che è invece focalizzata sui bambini. L’andragogia è fondata sull’idea che l’apprendimento degli adulti si basa sulle loro esperienze di vita, motivazioni personali e necessità concrete. In questo contesto, il movimento scout offre un campo d’applicazione interessante per i principi andragogici.

Nato nel 1907 grazie all’iniziativa di Lord Robert Baden-Powell, lo scautismo ha da sempre avuto l’obiettivo di formare giovani cittadini responsabili e attivi nella società. Tuttavia, un aspetto molto meno esplorato, ma di vitale importanza, è il ruolo che gli adulti svolgono all’interno di questo movimento. Gli adulti, infatti, assumono un ruolo centrale come capi e formatori, aiutando i giovani a sviluppare competenze di vita attraverso attività all’aperto, la scoperta di sé e il lavoro di squadra. Per questi capi adulti, l’apprendimento non si ferma mai, poiché la loro stessa formazione continua è fondamentale per garantire un ambiente educativo efficace e in linea con i valori del movimento.

1. Le Basi dell’Andragogia
Malcolm Knowles, un pioniere nella teoria dell’andragogia, individuò diversi principi che distinguono l’apprendimento degli adulti rispetto a quello dei bambini. Tali principi includono:
Autodirezione: Gli adulti desiderano essere responsabili del proprio apprendimento, spesso orientato dai propri interessi, bisogni o sfide personali e professionali. Ciò implica che il loro coinvolgimento nel processo di apprendimento è attivo e consapevole.
Esperienza pregressa: Gli adulti portano con sé un bagaglio di esperienze, sia personali che lavorative, che influenza il modo in cui apprendono nuove informazioni. In un contesto educativo, queste esperienze sono una risorsa preziosa da valorizzare.
Motivazione intrinseca: Gli adulti sono maggiormente motivati da obiettivi personali, come il miglioramento professionale, la crescita personale, la risoluzione di problemi specifici e il contributo alla comunità o al gruppo specifico di cui fa parte come quello scout.
Orientamento pratico: Gli adulti preferiscono apprendere contenuti che abbiano un’applicazione pratica immediata. A differenza dei bambini, che tendono a imparare concetti astratti che potranno essere applicati in futuro, gli adulti sono più orientati alla risoluzione di problemi concreti nel breve periodo.

2. Applicazione dell’Andragogia allo scautismo
Questi principi trovano piena applicazione all’interno del movimento scout, in cui la formazione degli adulti è cruciale per il successo dell’intero sistema educativo. I capi scout non sono semplicemente figure autorevoli; sono educatori, modelli di comportamento e facilitatori dell’apprendimento per i giovani. Proprio per questo, è essenziale che gli adulti che svolgono questo ruolo siano adeguatamente formati e, soprattutto, motivati a migliorare costantemente le proprie competenze oltre che a trasmetterle ai propri ragazzi.
Nel contesto scout, i principi andragogici si traducono in metodologie educative specifiche:

2.1 Autonomia nell’apprendimento
Il movimento scout offre percorsi formativi flessibili per gli adulti, che possono scegliere tra vari moduli di apprendimento in base alle proprie necessità e interessi. Ad esempio, un capo può approfondire competenze legate alla gestione di gruppi, all’organizzazione di attività outdoor, alla comunicazione interpersonale, alla gestione del rischio o alla risoluzione dei conflitti. La scelta di partecipare a determinati corsi è spesso motivata dal desiderio di migliorare le proprie capacità di leadership o di rispondere alle sfide che incontrano nella gestione dei gruppi scout.
La possibilità di autodirezione è un pilastro fondamentale. Questo significa che il capo non è vincolato da un curriculum rigido, ma può costruire il proprio percorso formativo in base alle proprie esigenze e alla realtà specifica del gruppo scout che guida.

2.2 Esperienza precedente come risorsa
Gli adulti che diventano capi scout portano con sé un ampio bagaglio di esperienze personali, professionali e sociali. Alcuni di essi sono stati scout da giovani, mentre altri provengono da esperienze educative o professionali diverse. Queste esperienze sono una risorsa preziosa per l’apprendimento collaborativo, un principio cardine sia dell’andragogia sia del metodo scout.
In molti corsi di formazione per adulti all’interno del movimento, si utilizzano approcci come il coaching, il mentoring e lo scambio di buone pratiche, che permettono ai partecipanti di condividere le loro esperienze e imparare l’uno dall’altro. Ad esempio, durante un corso di preparazione per un campo estivo, un capo che ha già gestito diversi campi potrà condividere le sue esperienze su come affrontare situazioni climatiche avverse, organizzare il gruppo e motivare i giovani in momenti di difficoltà.

2.3 Apprendimento orientato alla risoluzione di problemi
Nel contesto del movimento scout, la formazione degli adulti è spesso incentrata su attività pratiche e su problemi reali che un capo potrebbe incontrare durante la gestione del gruppo. Gli adulti sono chiamati a risolvere problemi complessi attraverso simulazioni, giochi di ruolo o attività collaborative che li preparano a gestire situazioni reali. Alcuni esempi di attività formative orientate alla risoluzione di problemi includono:

Gestione delle emergenze durante un’uscita: I capi adulti vengono addestrati a rispondere a situazioni critiche come infortuni o condizioni meteorologiche avverse, sviluppando capacità di primo soccorso e gestione del gruppo in situazioni di emergenza.
Organizzazione di attività inclusive: Gli adulti imparano a creare attività che siano accessibili e divertenti per tutti, promuovendo la partecipazione e l’inclusione di ragazzi con diverse abilità o provenienze culturali differenti.
Questo approccio orientato alla risoluzione dei problemi è altamente motivante per gli adulti, che vedono nell’apprendimento un’opportunità per migliorare le loro capacità concrete.

3. Il Ruolo del capi scout nella formazione degli adulti
All’interno del movimento scout, il capo adulto non è solo colui che trasmette valori ed educa i giovani. È anche una figura che deve essere in grado di crescere e migliorare attraverso la formazione continua. In questo senso, i capi adulti agiscono sia come formatori che come apprendisti. Nel ruolo di formatori, devono essere capaci di facilitare l’apprendimento di altri adulti, sfruttando l’esperienza collettiva e incoraggiando un approccio collaborativo.
Le modalità di formazione per gli adulti nel movimento scout sono molteplici. Si passa da sessioni teoriche, in cui vengono condivise conoscenze specifiche (ad esempio, su tecniche di animazione o sulla sicurezza), a workshop pratici, in cui i partecipanti si cimentano in attività concrete che possono sperimentare direttamente. Spesso, questi corsi si svolgono in modalità residenziale, durante i campi formativi, dove la convivenza e lo scambio continuo di esperienze tra i partecipanti favoriscono un apprendimento profondo e immediatamente applicabile.

4. La Formazione continua: un percorso di crescita permanente
L’apprendimento non si ferma mai. Questa è una delle idee centrali dell’andragogia e trova piena risonanza all’interno del Movimento scout, dove la formazione continua è vista come una componente essenziale per il successo personale e del gruppo. I capi scout sono incoraggiati a partecipare a corsi di aggiornamento periodici, a scambi internazionali e a eventi formativi specializzati.
Questi percorsi offrono la possibilità di sviluppare nuove competenze e di affrontare sfide emergenti nel mondo dell’educazione giovanile. Ad esempio, negli ultimi anni, è cresciuta l’attenzione verso temi come la salvaguardia dell’ambiente, l’uso responsabile della tecnologia e la promozione di ambienti inclusivi e sicuri per tutti i giovani. I capi adulti, quindi, non solo imparano come gestire un campo o una riunione scout, ma acquisiscono anche strumenti per affrontare temi sociali e culturali di grande rilevanza.

Conclusione
L’Andragogia fornisce un quadro teorico e pratico fondamentale per comprendere e migliorare la formazione degli adulti all’interno del Movimento scout. Riconoscere le peculiarità dell’apprendimento degli adulti, come l’autonomia, l’orientamento pratico e l’importanza dell’esperienza pregressa, consente di costruire percorsi formativi che non solo arricchiscono i capi scout, ma migliorano l’intera esperienza educativa offerta ai giovani.
Il continuo investimento nella formazione degli adulti è essenziale per garantire che il movimento scout resti al passo con i tempi, preparato ad affrontare nuove sfide e a fornire ai ragazzi gli strumenti per diventare cittadini responsabili e attivi.

Bibliografia
1. Knowles M., The modern practice of adult education: from pedagogy to andragogy, Cambridge Book co. 1989.
2. Knowles M., Quando l’adulto impara, Milano, Franco Angeli, 2008.
3. Knowles M., Andragogy, not pedagogy. Adult Leadership, 1968. 16(10), 350-352, 386.

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