Il Centro studi e documentazione di Agesci Sicilia a Gravina di Catania si apre alle scuole

Per la prima volta un gruppo di studenti – terza media dell’Istituto S. Marta di Modica – si è recato nei locali della segreteria e del Centro studi Agesci Sicilia per incontrare capi scout in prima linea nella lotta alla mafia e per riflettere sulla legalità, nell’ambito delle attività previste dal PON “In campo per la legalità”.

Il pomeriggio del 28 aprile 2014 è denso di iniziative, Antonio Scalini “padrone di casa” dà il benvenuto e introduce la storia dell’acquisizione del luogo che ci ospita: un bene sottratto alla mafia e assegnato in comodato d’uso ad Agesci Sicilia grazie alla legge n. 109/96, che Mario Carastro spiega nella sua portata storica e nella sua applicazione. La normativa prevede il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, con l’assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita a quei soggetti – Associazioni, Cooperative, Comuni, Province e Regioni – in grado di restituirli alla cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro.

Pippo Scudero, poi, rievoca le stragi del 1992 e la storica fiaccolata-veglia con Paolo Borsellino il 20 giugno a Palermo, grazie anche alla proiezione di alcuni filmati, che mettono in luce la posizione di prima linea dell’Agesci nella lotta alla mafia attraverso l’educazione dei giovani e la sensibilizzazione della società.

Licia Arista, infine, invita i ragazzi a pensare a episodi di menefreghismo nella loro vita quotidiana (scrivendo materialmente in un foglio di carta o sullo smartphone), per introdurre una riflessione sulle forme con cui si manifesta l’illegalità. Uno slideshow con immagini e musica stimola a dire cosa c’entrano le stragi di mafia con la nave “Concordia”, l’immondizia, gli incidenti e il bullismo. Hanno tutte un comune denominatore: agire fuori dalle regole, dalla legge solo ed esclusivamente per il proprio tornaconto, per il proprio arricchimento, per un proprio sfizio anche senza senso. Tutte le volte che si trasgredisce una regola comune si inizia la strada della illegalità.

            Ci vuole forza e resistenza per essere persone, ragazzi capaci di capire cosa succede attorno e capaci di essere responsabili del proprio futuro. Sulla scia di quest’ultima affermazione, si conclude l’incontro con il simbolo delle resistenze elettriche, uguali a quelle utilizzate a Palermo nel 1992, spillate ai fazzolettoni. Disposte su un tavolo, i ragazzi sono invitati a scegliere liberamente se prenderne una con sé. Chi la prende avrà scelto di resistere alla seduzione della vita facile, della vita comoda, del tutto e subito, dettata dal compromesso dal “tanto che ci fa” e “tanto che mi interessa”.

I locali della segreteria e del Centro studi e documentazione ribadiscono con questo evento, oltre alla natura simbolica di presidio di legalità nel tessuto urbano della città di Gravina di Catania, anche la propria funzione sociale, che in questa occasione va oltre il supporto e il coordinamento degli associati nello svolgimento del loro mandato educativo ma investe direttamente il mondo della scuola che tanto ha da apprendere da luoghi così cospicui e da un’associazione che si è sempre spesa nell’educazione dei giovani per una cittadinanza attiva, legale, solidale. L’augurio è che simili iniziative non siano episodiche ma costituiscano piuttosto un nuovo trend, con il progressivo ampliamento dell’area di osmosi e di interscambio tra le varie agenzie educative.

Emanuele Guerrieri Ciaceri

 

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