La nascita di un Centro studi scout regionale in Sicilia ha avuto diverse tappe. Un primo tentativo pionieristico di raccogliere informazioni storiche e documenti, di cui lo scautismo cattolico in Sicilia ha traccia, si ebbe subito dopo la Seconda guerra mondiale ma, purtroppo, non si sono conservati documenti in merito. In seguito, sin dagli anni Sessanta, alcuni dirigenti scout crearo un ente con atto notarile, un “luogo” che potesse “raccontare” la memoria che però ebbe breve durata e non lasciò ulteriori tracce.
Alla fine degli anni Ottanta, lo scautismo cattolico dell’Agesci, che da poco aveva unificato la componente femminile con quella maschile, riprese l’interesse per tale idea. Ma i tempi non sono ancora maturi. Arriviamo così agli anni Novanta, quando più volte torna alla ribalta l’idea di realizzare un centro studi ma non si riesce ad andare più in là della semplice definizione di un regolamento, in un primo caso, e alla designazione di un gruppetto di persone, in un secondo, che si fermerà semplicemente a concepire un organigramma operativo.
L’occasione della celebrazione del trentennale dell’Agesci nel 2004 e l’opportunità di trasferire la sede regionale dell’associazione presso un bene confiscato alla mafia (inizialmente affidato dal Comune di Gravina di Catania) oltre alle attese del territorio ospitante, risvegliano gli animi e permettono di far decollare e, successivamente, di raccogliere i frutti concreti di un Centro studi e documentazione regionale sullo scautismo.