Scautismo e formazione alla leadership

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Nell’immaginario collettivo il termine scout viene associato al ragazzo con pantaloni corti e cappellone a larghe falde in testa che aiuta la vecchietta ad attraversare la strada: la buona azione quotidiana; salvo poi a scoprire che la vecchietta non voleva attraversare la strada ma guardava dall’altro lato solo per vedere l’orologio del campanile. Ma non è così. Lo scout è un’altra cosa.

Fra gli obiettivi educativi dello scautismo, la formazione di un buon cittadino dotato di un carattere capace di “guidare da se la propria canoa” rimane uno degli aspetti più affascinanti dell’intero metodo. Tale carisma si può tradurre nel concetto di leadership sia di tipo formale che di tipo informale, a cui il ragazzo e l’adulto vengono chiamati a esercitare durante il gioco dello scautismo e che anche al di là di esso rimane.

Il Centro studi e documentazione sullo scautismo in Sicilia ha organizzato una giornata di studio che si è tenuta a Giarre domenica 19 Febbraio 2012. Per trattare il tema “Scautismo e formazione alla Leadership” sono stati chiamati esperti formatori di prim’ordine.

Nelle organizzazioni, quando ci sono obbiettivi da raggiungere, uomini da coordinare, decisioni da prendere, beni da gestire, azioni da mettere in atto, c’è sempre chi si deve assumere la responsabilità diretta di farlo; cioè il cosiddetto dirigente (o Capo). Anche nello scautismo ci sono tutti questi obbiettivi da raggiungere, ci sono i Capi che dirigono il ”Grande gioco”.

Al cuore dello scautismo c’è la formazione della personalità, che il fondatore, Baden-Powell (B.-P.), chiamava character. Le doti che formano il character sono molte e B-P, tra le altre, cita “il senso dei doveri verso Dio e verso il prossimo, il coraggio, la disciplina, lo spirito di risorsa, la tenacia, l’altruismo, il controllo di sé, il senso dell’onore e del dovere, lo spirito di cooperazione e di squadra”.

Come si passa dal concetto del character a quello del leader, cioè della persona che sa comandare, che sa prendere le decisioni giuste e farle eseguire? La risposta la fornisce lo stesso B.-P. “Ho spesso dichiarato che ogni sciocco può essere un comandante ed un uomo addestrato può spesso divenire un istruttore; ma un capo è un po come un poeta; capi si nasce, non si diventa”. Insomma ci sono di mezzo i valori personali, le capacità di comportamento organizzativo, le competenze tecnico professionali. Il leader è colui che guida e dirige per le sue doti, le sue capacità tecniche e morali, la sua esperienza.

Va evidenziato, secondo il pensiero di Aldo Marzot, già Capo scout del CNGEI e fondatore dell’ASSORAIDER che: “nello scautismo il Capo di scout non può essere o solo manager o solo leader ma per lui, Capo = manager+leader. Marzot descrive con parole semplici ma efficaci quello che deve fare il primo, cioè il manager «pianificare, organizzare, controllare» e quello che deve fare il secondo, cioè il leader «motivare, animare, valorizzare, proteggere, delegare, decidere, informare, formare, comunicare»”.

È stata una giornata di alta formazione, peccato che mancassero i pubblici amministratori!

Pippo Sorrentino

Le relazioni del convegno su “Sicilia Scout”: http://issuu.com/siciliascout/docs/2222/1

Gli atti completi (revisione 2013): {phocadownload view=file|id=1929|target=s}

Documenti allegati

Foto dal sito MASCI Riposto (link esterno)
Foto dal nostro profilo Facebook (link esterno)
Slideshow (Cavallaro)

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